13/11/2015

13/11/2015

Non ho mai capito molto di politica interna, figuriamoci di quella internazionale. Quel senso di totale impotenza nei confronti delle decisioni dei cosiddetti “rappresentanti” mi ha costretta in un deprimente immobilismo che mi permette, tuttavia, di camminare e continuare a pensare, sì, ma neanche troppo, che a farsi il sangue amaro non cambierà mai nulla, non siamo noi al potere e non lo saremo mai.

Ma sono convinta che non è attraverso il massacro di altri esseri umani che si può sperare nel trionfo della giustizia o, meglio, dell’umanità. Non parlo solo di oggi, giornata terribile e difficile da affrontare ma anche di ieri, dell’altro ieri e di tanto tempo fa, quando i nostri nonni venivano mandati al fronte per una guerra che non è mai appartenuta a nessuno di loro. Che non è mai appartenuta a nessuno di noi.

Perché la guerra non appartiene mai al popolo, è di quei Signorotti che stanno sugli spalti a guardarlo massacrare, il popolo. La guerra è quella che loro vorrebbero farci scatenare mentre si ingozzano con i nostri corpi.

Sono rimasta sveglia tutta la notte a cercare un appiglio per non impazzire di fronte alla notizia di un nuovo massacro a Parigi. Già si leggono i soliti commenti contrastanti di chi vuole fare “l’originale” e ricorda a tutti che il numero delle vittime in “quei Paesi lì” ammonta a centinaia di migliaia di volte il numero delle nostre vittime nei nostri Paesi. Come se cambiasse davvero qualcosa. Come se la morte di ragazzi innocenti e inconsapevoli possa esser giustificata dal massacro di altri ragazzi innocenti e inconsapevoli. Il sangue è sempre dello stesso colore.

E con quel macigno sullo stomaco che non mi faceva dormire e mi faceva pensare che piangere sarebbe stata l’unica soluzione a tanta tristezza, non essendo io null’altro che una povera sognatrice che non ha alcun potere per cambiare le cose, ho pensato che tutte le ragioni del mondo non avrebbero mai retto il peso di una incontestabile verità: sarebbe stato bello se tutto questo non fosse mai successo. Sarebbe bello se riuscissimo tutti ad arricchirci dalle differenze degli altri e a condividere le nostre. Sarebbe bello se non ci fossero divisioni, barriere, religioni, paesi o confini. Sarebbe bello se tutti quanti combattessimo per la pace e non per la guerra. E malgrado sappia perfettamente che tutto questo resti un sogno lontano, è come se una parte di me si sia liberata di tutto quel male e stia solo piangendo per chi ha sofferto nel passato, per chi ha sofferto questa notte e per chi soffrirà al risveglio, quando scoprirà che una persona che amava tanto non c’è più, vittima di una guerra che non gli è mai appartenuta.

Aurora G.

Una risposta a 13/11/2015

  • Ciao Aurora, niente da aggiungere a quanto hai scritto, solo da condividere,
    con grandissima impotenza e disperazione e dolore di cuori straziati delle persone che sono rimaste a chiedersi il perché non potranno più abbracciare
    i loro figli che stavano semplicemente vivendo…

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