Mi addormento tutti i giorni con il respiro del mare che mi entra in casa.
Qui il mare è sempre incazzato e violento, non è mai stanco.
E la notte sembra che la guerra sia scoppiata tra le mie mura. Onde continue che si frantumano sugli scogli davanti casa ed esplodono come bombe lanciate dai caccia.
“El ruido del mar es como la guerra“.
E non ti lascia mai sola.
Quando la mattina mi sveglio, Lui è ancora lì e mi accoglie con un ruggito furioso.
Le pale dei mulini a vento girano vorticose, il primo windsurf già plana nella baia.
E tutte le mie domande, tutti i miei perché vengono spazzati via da un vento che fa male.
Fa male conoscerlo per la prima volta.
Fa male tenerselo tra le braccia e le gambe quando s’incazza.
E fa male quando ti picchia contro l’acqua.
Ma sopra ogni altra cosa, fa male sapere di averlo scoperto soltanto ora.
E di fronte a tutta questa bellezza non mi interessa più cercare un senso.
Quello che ho tentato, disperata, di capire per tutta la mia vita, qui non ha patria né ragione.
Esiste solo una felicità incontenibile che non si lascia descrivere a parole.
Aurora G.
Un respiro che si fa urlo, quando va e quando viene …e soprattutto quando manca.
Urlo sommesso stringe la gola, urlo represso taglia il respiro
la voce dei gabbiani, del resto, è molto forte…
Complimenti per lo stile di scrittura, coinvolgente.
Un caro saluto da Brigida.
Un caro saluto a te e grazie per le belle parole, travolgenti 🙂
Davvero travolgente