Il tema del giorno: DIVERSITÁ.

<<Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero.>>

Il post di oggi è dedicato a tutti gli incompresi, agli emarginati, ai deboli, ai folli. Ai diversi, per intendersi, a quelli che, di farsi pressare nella piccola capsulina scelta per loro da qualcun altro, non hanno la minima intenzione.

Sono loro, ai miei occhi, i nuovi eroi dei nostri tempi: malgrado i conti correnti, i privé, i risvolti troppo larghi, i gruppi di facebook, i like sulle foto, le tracolle della Piquadro, le marche da bollo, i “ma quindi conoscerai sicuramente….?”, le vessazioni, i semafori, le umiliazioni, le scale divisorie, le foto di viaggi di amici nella piscina del villaggio in Alaska, non si abbattono all’ironia del presente e perseverano nel tentare di scavare nel magma dell’essenza di ognuno senza pregiudizi, senza protezione, senza schemi, nutrendosi solo di emozioni. E, soprattutto, perseverano nel sentirsi vivi.

Perché sono i diversi, i differenti, quelli che un giorno, forse, riusciranno a cambiare le cose o, molto più probabilmente, vivranno un tipo di esistenza che avrà la dignità di esser raccontata.

Oggi parliamo, quindi, di diversità. E voi, come siete riusciti a difendervi dalle critiche, dalle vessazioni, dalle umiliazioni, dai tentativi di omologazione da parte dei vostri coetani? O da parte di ciò che credevate una caverna protetta dalle intemperie ma che poi avete scoperto essere, semplicemente, la peggiore catastrofe naturale che poteva abbattersi sulle vostre teste: la famiglia? Diversità: un tumore da combattere o la più grande ricchezza per l’umanità?


LA CANZONE DEL GIORNO: I WANT OUT, Helloween.

helloween

Secondo gli Helloween, con la loro I want out, la migliore arma rispetto all’ottusità della gente appare proprio mandare tutti a quel paese. Ascoltatela mentre il vicino di banco vi martella insulti nelle orecchie, vostro padre si straccia la gola accusandovi delle sue frustrazioni, vostra madre vi ripete, invece di difendervi, che va tollerato in quanto padre e i vostri fratelli vi trattano come un cane appestato perché credono di avere una vita molto più complessa della vostra. Della vostra, sì, di quella vita che cerca riparo nell’autenticità e auspica di non perdersi nell’ibrido di un ripetitivo compromesso. Tra i punti più salienti ricordate:

<<Fin dall’inizio delle nostre vite veniamo puniti a piccole dosi. Nessuno ci chiede come ci piacerebbe diventare>>

<<Non voglio più saperne e vivere la mia vita da solo. Non voglio più saperne lasciatemi vivereNon voglio più saperne e fare ciò che voglio da solo. Non voglio più saperne per vivere la mia vita e per essere libero>>

<<Ci sono un milione di modi per vedere la vitaE un milione di modi per essere uno stupido. Alla fine scopriremo che nessuno aveva ragioneE che a volte è utile essere soli>>.

Ecco, il vero male, allora, rispetto al nostro esser, meravigliosamente e tutti, diversi: l’ottusità di chi non riconosce la propria umanità.

(Clicca sulla foto del gruppo e goditi il brano che ho scelto per te!)


IL FILM DEL GIORNO: EDWARD MANI DI FORBICE.

Edward mani di forbiceMalgrado l’energia di questi ragazzi nel spurgare fuori tutta la propria rabbia contro l’omologazione, nel chiedere, disperati, la meritata aria per respirare, ci sono altre forme di diversità che, tutt’oggi, non sono comprese e restano emarginate. Si tratta di diversità docili e frustrate nella loro solitudine che non cercano riparo dalla gente bensì conforto e calore nella stessa.

Essere accettati malgrado la propria vergogna, malgrado le proprie stranezze, disomogenie, è un tragitto ostico, irto di ostacoli e delusioni.

Ma ci sarà sempre qualcuno, anche solo quel qualcuno, che della vostra diversità riuscirà a scorgere solo un’invidiabile unicità. Il film del giorno non poteva che essere Edward mani di forbice e la sua commovente sensibilità.

(Clicca sulla foto e goditi le scene che ho scelto per te!)


LA FRASE DEL GIORNO: (tratta da) INCOMPRESO, di Florence Montgomery.

Il piccolo Humphrey, protagonista di Incompreso, uno dei romanzi più conosciuti della scrittrice Florence Montgomery, è il fratellino maggiore di Miles, bambino dalla salute cagionevole e più volte costretto a pressanti cure mediche. Dalla morte della mamma, unica a riuscire ad accettare Humphrey nella sua profonda sensibilità, celata dietro alla ragionevole gaiezza e curiosità di un bambino di 7 anni, il padre dei due bambini si mostra più volte duro con il maggiore rispetto al minore, che ritiene molto più fragile e bisognoso di attenzioni. Così Humphrey si trova costretto, gradualmente, a schiacciare la parte più autentica di se stesso pur di rendere orgoglioso il padre di lui, ma senza risultati incoraggianti se non in punto di morte. Come l’autrice ha più volte confessato, alcuni dei suoi romanzi nascono quali fiabe per bambini, mentre altri, come Incompreso, nascono come monito agli adulti verso i propri figli.

Humphrey è un incompreso, forse l’incompreso per eccellenza nella letteratura d’infanzia. Eppure, fino alla fine, combatte per poter esser accettato. Ulteriore esempio di dignità per coloro che preferiscono amare o sentirsi amati piuttosto che vincere una battaglia senza fine. Perché è anche attraverso l’amore che si vincono le guerre più impensabili.

<<Humphrey aveva un cuore tenero, sensibile, provava rimorso per le proprie colpe, entrava in crisi per un rimprovero, una parola dura, ma, contemporaneamente, era volubile, spensierato, tanto che nessuno lo riteneva capace di sentimenti profondi.>>


Il tema del giorno non potrebbe esser neanche sfiorato senza ricordare, quale emblema per eccellenza della diversità che sconfigge la normalità, uno dei maestri della pittura del XX secolo:

picassoPablo Picasso. Tanto diverso, quanto visionario, quanto innovativo da esser giunti, fior fior di medici e dottori, a tentare di diagnosticare per il pittore malattie molto comuni, quali l’emicrania e la dislessia: giustificazioni alquanto deboli alla geniale sregolatezza artistica del pittore. Eppure ha cambiato, indiscutibilmente, la storia dell’arte pittorica. Tra uno degli aneddoti più divertenti del maestro ricordiamo il seguente:

Un uomo criticò Picasso perché creava arte troppo poco realistica. Picasso gli chiese:

«Mi può mostrare dell’arte realistica?»

L’uomo gli mostrò la foto della moglie. Picasso osservò: «Quindi sua moglie è alta cinque centimetri, bidimensionale, senza braccia né gambe, e senza colori tranne sfumature di grigio?»


finalmente ti ho trovataUN PEZZETTO DI ME. Concludiamo parlando d’amore, questo sconosciuto. Perché, diciamoci la verità, siamo tutti molto bravi a crogiolarci nella nostra malinconica diversità. Ma quando bussa alla nostra porta proprio quell’essere in grado di amarci soprattutto nei nostri difetti, o in quelli che altri hanno ritenuti tali, allora quella sensazione di non appartenenza alle cose scompare e ci ritroviamo felici e accettati anche dall’intero firmamento. L’amore, signori e signore, è solo l’amore…

<<Lui che mi comprende anche quando non parlo. Lui che mi accetta nella mia più umiliante fragilità.>>


In sintesi, se ti senti anche tu, un “diverso”, ricordati che:

1) siamo TUTTI diversi, meravigliosamente diversi gli uni dagli altri;

2) più sarai diverso dagli altri e più diventerai unico per qualcuno;

3) esser incompresi dalle persone superficiali non fa di te un mostro ma di loro degli ottusi;

4) nutri la tua diversità come il dono più prezioso che possiedi, sono le persone come te che cambieranno la storia;

5) un giorno arriverà qualcuno diverso dagli altri ma uguale a te. E allora sarete diversi insieme;

6) e, infine, manda a quel paese chi non vuole capirti ma vorrebbe scolpirti a sua immagine e somiglianza. Il pazzo è lui, non tu!


Vi saluto con il mio motto: <<La differenza non la fanno gli altri. La fai tu.>>

Aurora G.

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