Come fili d’erba sottili

piso gran canaria balcone

Sdraiata tra queste mura antiche impregnate dell’odore del legno vecchio e del caffè appena fatto, sento il vento scivolarmi addosso e addormentarsi tra le tende del mio salone.
Lo stesso vento che ora lascia danzare gli alberi di fronte al balcone e fa cantare alle foglie la stessa melodia che io e mio nonno, in quella campagna dove respira ancora la parte più tenera del mio cuore, ascoltavamo seduti sull’erba, di fronte al vigneto e al pescheto che ci ridevano in faccia.
E noi, con loro, ridevamo bambini, felici nell’esser dei fili d’erba sottili che vivono la vita tra i grilli e le cicale, il sole e l’uva, i fichi e i tappi di sughero delle bottiglie di vino rosso.
La stessa melodia che ora, dall’altra parte dell’Oceano, mi resta accanto, come il sorriso di nonno, e mi sussurra: “Bentornata a casa”.

Aurora G.

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