Galleggiando a faccia in su con le orecchie immerse nell’acqua, ascolterò il silenzio del mare che mi comprime le tempie e mi lascia indugiare sul vento forte che mischia le nuvole. Sentirò il mio respiro liquido, la luce farsi penombra e la pelle del viso distendersi, come se fossi morta.
Resterò fluida anche di fronte al colore pastello di queste albe strappate al tempo, agli albatros mentre combattono contro le raffiche e si arrestano a mezz’aria, al sole quando cade dietro alle montagne e insanguina i pendii e a questo mare, sì, a questo mare ogni giorno più solo e tacito che attende di esser liberato dalla frenesia di chi viene a prosciugarlo.
E io, con lui, voglio attendere la fine di questo massacro, le finestre sbarrate, i parcheggi deserti, i lampioni sul lungomare scarichi e la notte che esplode di quelle stelle che l’estate non ti lascia guardare.
Una pace religiosa imbalsamerà ogni mio pensiero. Sarò tanto fluida da non sentire i miei confini. Da non sentirmi, più, un confine.
Sarò goccia dentro al mare, impossibile da trovare.
Ma tornerò. Sono sempre costretta a tornare.
Per quanto ora preferisca vivere.
Aurora G.
Bellissimo. Se ti và seguimi 🙂