Lo riconobbe dalle spalle grandi che oscuravano il cielo, sanguinante di vita.
Era lì, in piedi, con la bussola tra le mani e lo sguardo vetroso di ninfe e satiri, Gorgoni e Tritoni. Aveva rischiato tanto, il vecchio, forse troppo per ricordare la paura.
<<Già sveglio, mio Capitano?>>
<<Le navi non sono fatte per i porti.>>
<<Ma non possiamo aspettare ancora?>>
<<Il vento è cambiato. L’acqua è uno specchio. Sei pronta, ormai.>>
<<Ma dove andremo, questa volta? Dammi una rotta da seguire, un sogno da realizzare, un nuovo oceano da esplorare.>>
Scosse la testa e la guardò con estrema dolcezza.
<<Abbiamo seguito il sole e ora non ti brucia neanche gli occhi. Abbiamo tanto adorato la luna che ora puoi disegnarla in te. E abbiamo abbracciato l’oscurità e ora sei in grado di amarla senza chiedere nulla in cambio. Ci manca solo una rotta da seguire.>>
<<E quale?>>
Chiese intimorita.
<<Quella del cuore.>>
<<E dove porta la rotta del cuore?>>
<<Non posso indicarti dove porta. Dipende solo da te. Ma possa dirti dove non ti porta. Non ti porta al dolore. Non ti porta all’egoismo. E, soprattutto, non ti porta a una ricompensa.>>
<<E perché dovrei seguirla, allora?>>
<<Perché non puoi nasconderti per sempre. Perché quella rotta sei tu. E adesso, mai come prima d’ora, sai che quella rotta sei tu.>>
La vide contrita e impaurita. Rassegnata alla sua natura mortale e banale.
<<E allora ti dico questo, se non ti pare abbastanza. Questa rotta non sbaglia. Non sbaglia mai.>>
Una lacrima, così, scivolò su un sorriso che si allargava verso il calore di una nuova alba.
Aurora G.