Mi hanno chiamata “debole”.
Perché sono una di quelle che non ha capito come si sta al mondo.
Una di quelle che non si adatta e che vede solo il buono delle persone, anche di quelle marce.
Che non può credere che il valore degli esseri umani si misuri dalla quantità di carta dentro alle tasche o appesa alle pareti.
Che ama ritrovarsi nella natura e soffre i secondi sciupati davanti a uno schermo.
Che preferisce la pace e che odia vincere sugli altri.
Che punta tutto su sogni irrealizzabili e non resta affascinata dal lusso.
Che odia sentirsi dire “brava” e non sopporta gli applausi.
Che continua a chiedersi il “perché” delle cose e crede che la risposta esista.
Che non finge con se stessa ed è felice di piangere quando si sente triste.
E allora hanno provato a insegnarmi come stare al mondo, sia con le buone che con le cattive.
A farmi seguire le regole che hanno scelto altri esseri umani come me ma che non sono “me”.
Fino a strapparmi quasi la pelle a e sostituirla con quella di qualcun altro.
Però no, avevano ragione loro.
Malgrado tutto, sono una “che non si adatta”.
Malgrado tutto, sono una “che non si arrende”.
Ed è questa la mia forza.
Aurora G.