Non mi basta.

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Non mi basta.

Non mi basta l’aperitivo a Ponte Milvio e la cena a Via Vittorio Veneto.

Non mi basta guardare il telegiornale ed esser grata di non dovermi vestire di arancione.

Non mi basta dover credere al telegiornale.

Non mi basta un lavoro che odio per uno stipendio che dovrei amare.

Non mi basta uno stipendio fisso e un tempo libero fisso.

Non mi bastano gli amici che ti cercano solo quando serve a loro.

Non mi bastano gli amici che ti cercano solo per uscire, mai per entrare.

Non mi basta trovarmi un coglione con cui fare l’amore una volta a settimana, nel week end, ma solo quando non c’è la partita.

Non mi basta dovermi sposare, dover far figli e poi doverli amare.

Non mi bastano tutte le lettere di rifiuto ricevute dalle case editrici.

Non mi bastano le classifiche alla Mondadori, quelle che non ti spieghi.

Non mi basta dover pagare una casa che mi godrò da vecchia.

Non mi basta invecchiare.

Non mi basta Expedit per tutti i miei libri.

Non mi basta esser al centro del mondo quando è negli angoli che trovi ancora gli alberi.

Non mi basta far contenti gli altri, così da non sentirmi in colpa.

Non mi bastano le pacche sulle spalle, quando facevo la “brava” (pecora).

Non mi basta esser invidiata per una vita che disprezzo.

Non mi basta sentirmi bella se poi resto sola.

Non mi basta dover fingere di esser forte quando nessuno lo è mai stato.

Non mi basta rispettare i comandamenti per paura di finire all’inferno.

Non mi basta credere che esista un Dio solo perché è così e basta.

Non mi basta esser venuta al mondo per poi morire.

E, soprattutto, non mi basta fare quello che fanno gli altri per paura di sbagliare.

Aurora G.

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