Playa de Las Mujeres

wp_20170223_17_31_51_pro

Come posso descrivervi Playa de Las Mujeres? Posso provarci maldestramente: un fiore di sabbia gentile protetto da due scogliere altissime, sulle quali picchia forte quell’Oceano segreto che si nasconde agli esseri umani. E spesso, picchiando tanto forte, l’acqua si mischia ad altra acqua, le onde si scontrano tra di loro, e mille fontane di diamanti liquidi piroettano verso il cielo.

Avventurandomi sulla scogliera di destra e camminando per qualche minuto, l’anno scorso ho scoperto una fetta di polvere in mezzo alle rocce che si affaccia su un Oceano tanto blu quanto è bianca la sua spuma. Non ho mai meditato in un luogo più sacro di quello.

Non c’è nulla a Playa de Las Mujeres, neanche i costumi della gente. Neanche le indicazioni. Nessun ombrellone, nessun ristorante, nessun sentiero da percorrere, nessuna presenza che non sia quella della natura.
Non c’è nulla, a Playa de Las Mujeres, nulla eccetto la vita. Eccetto la possibilità di sperimentare la sensazione di aver abbandonato il mondo o, forse, di averlo trovato per la prima volta. E il tuo respiro si connette tanto a quello del mare che si allinea ai movimenti delle onde.

Ma oggi le braccia delle Gru si erigono sulle scogliere come tanti bastoni in gola.

A Roma, ormai, ho abbandonato qualsiasi speranza e cammino per strada con i tappi di gomma gialli nelle orecchie, come se fossi malata. Ma voi non lo sentite tutto quel rumore? Non vi sentite trafitti ogni giorno da mille spade?

Sono qui, a Gran Canaria, perché mi mancava la voce del mare quanto quella del silenzio. Mi mancava la bellezza, quella autentica, non quella artificiale. Mi mancava il privilegio di poter guardare il cielo senza alcuna costruzione a rubarmi l’incanto. E mi mancava l’aria, sì, mi mancava respirare un’aria che non mi uccide. Che non mi stagna in gola.

Ma oggi la Gru è impegnata a strappare via tutto. E nel farlo la roccia si spacca ed emette un ultimo e straziate grido di impotenza.

Sto imparando a distaccarmi da ciò che non dipende da me. Troverò un altro angolo disabitato dove provare a sperimentare l’esistenza così come è stata concepita. Senza Gru.

Ma oggi mi prendo una pausa dalle mie filosofie, dalle ragioni dell’Universo, dalla ricerca di me stessa e della verità.

Perché oggi è come se mi avessero portato via un’amica e, con lei, una parte di me non c’è più.

Posso solo essere grata per aver visto, udito e vissuto Playa de Las Mujeres così come il Pianeta l’aveva disegnata: selvaggia, spoglia, segreta e bellissima.

Aurora G.

 

 

3 risposte a Playa de Las Mujeres

Lascia un commento