Roma mi manchi

Caro Diario,

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oggi il sole si è svegliato ancora, come tutti gli altri giorni. Quinta notte insonne. Lo so perché ero di fronte al mare, su questo terrazzino obliquo che sembra cedere ai movimenti dell’isola, quando ha tirato su la testa. L’ho visto scrollarsi di dosso l’acqua violacea dell’oceano e risplendere con la solita arroganza. Mi era parso di scorgere una linea rossa all’orizzonte, poco più in alto della leggera coltre di nubi che merlettava l’acqua. Mi era parso un segno, quasi impercettibile, del disagio dell’universo di fronte alle nostre perdite e al nostro dolore. Ma forse mi sono sbagliata ancora. Forse oggi è davvero la prima volta che mi rendo conto, mentre i gabbiani cantano e ballano di fronte alla fiammeggiante bellezza di quest’alba, mentre le schiume delle onde perseverano nella loro gioiosa festa, che la natura di questo Pianeta non si interessa delle nostre tragedie. Fino a oggi, senza una vera ragione per pensarlo, ero convinta che fossimo noi a doverla salvare mentre ho compreso, proprio adesso, che per tutte le specie che si estingueranno, per tutte le piante che si essiccheranno, ci saranno nuove specie e nuove piante, ci saranno nuove albe e nuovi tramonti e seppure del genere umano non resterà più alcuna traccia, la Terra sopravvivrà senza nostalgia alcuna. Mi consolo in una natura che non si interessa delle nostre tragedie e continua a sputarmi in faccia la sua indisponente bellezza, nei riti dei pescatori all’alba che non si soffermano sulle ingiustizie del mondo. Sono lontana dalla mia città, adesso, quella stessa città dalla quale tante volte sono scappata per quel senso di soffocamento che mi restituivano le sue strade affollate, il traffico delle otto del mattino, le code al supermercato, le piazze claustrofobiche di turisti. Quella stessa città che, adesso, mi manca come il sale. Sono felice nel sapere che i miei concittadini sono molto più forti, ironici, ottimisti e stronzi di me, la solita sentimentale donnetta che si scioglie in un lago di lacrime continuo. Sono felice nel sapere che adesso staranno prendendo la tangenziale, come ogni giorno, mandandosi a fanculo a vicenda. Roma mi manchi.

Aurora G.

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