Sii come l’Oceano, laggiù, in fondo.
Non come le onde che si frantumano contro gli scogli e imbiancano le rocce di spuma.
Una spuma che evapora in pochi secondi, senza lasciare né ferite né gioie.
Non come l’acqua che resta incastrata sulla riva, che fatica a trovare il suo posto e si dimena tra la sabbia e i sassi, fino a che non viene inghiottita come un cattivo ricordo.
Sii come l’Oceano, laggiù, in fondo.
Che si muove veloce, trascinandosi dietro montagne di acqua, ma che dalla Terra appare immobile, assopito, in una quiete immutabile.
Eppure continua a respirare.
Eppure continua a muoversi.
Eppure continua a mostrare, di se stesso, tutto quello che è e solo quello che è.
E tutta quell’acqua, che potrebbe spazzare via con un sussulto la vita terrestre, continua il suo cammino tacita, senza voltarsi mai indietro, senza chiedersi un perché, senza aver bisogno di chiedere il permesso di scivolare via. Libera.
Aurora G.