Vorrei sentirti ridere, ancora.

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Vorrei sentirti ridere, ancora. 

Come facevi quando eravamo al mare,

il cielo una pagina bianca,

il sole una palla di luce.

E tu, sola in mezzo all’azzurro,

cercavi di saltare più in alto

tra le onde.


Vorrei sentirti ridere, ancora.
 

Come facevi quando il vento

ti annodava i capelli

e tu leggevi quel libro proibito

dietro la casa dei tuoi nonni.

Lì, in quel dove preferito,

nascosta agli adulti

il vigneto si apriva ai tuoi occhi

come le pagine che amavi tanto.

Vorrei sentirti ridere, ancora.

Come quando correvi

con quel cucciolo in braccio

e scivolavi sull’erba bagnata

che aveva fatto a cazzotti con la pioggia.

E lui rideva con te,

o a te così appariva.

E la vita appariva così lontana e

selvaggia che non vedevi l’ora di

conoscerla.

Vorrei sentirti ridere, ancora.

Ma non ti sento ridere più.

Bandiera bianca, allora.

Nessun rancore, allora.

Nessun rimpianto, allora.

Nessun rimorso, allora.

Guardala, questa vita, è tutta qui.

E quando sarai pronta,

quando sarai calma,

quando non sarai più tanto stanca,

non dovrai sforzarti di ridere ancora.

Riderai ancora.

Aurora G.

 

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